1.11.06

Spurger


Scrivo perché ho tempo. Achara lavora, io lavoro. Prendo tempo per accudire il mio figliuolo prediletto, il blogguccio bello de papà, da troppo tempo lasciato in balia di se stesso.

Dentro casa è fresco, l'aria condizionata frulla, fuori 500 gradi e un cielo grigio grigio grigio, ma brutto brutto brutto, nemmeno il migliore detersivo renderebbe più vivi i suoi colori. Io a quel punto prenderei il 2x1, almeno ci guadagno.. I grattacieli sono giusto dall'altra parte della grande vetrata di questo 19° piano, le luci rosse ai loro angoli ne definiscono le dimensioni e, traslando, la loro magnificenza.

Arrivare a Bangkok è stato come tornare a casa, come un abile trapezista sono rimasto in equilibrio sul filo del pianto per tutto il tragitto verso Phraya Thai e devo dire che l'emotività ha davvero regnato finora..
All'aeroporto di Siem Reap ho fatto tutto meccanicamente, imbarcarsi era solo l'ultima cosa da fare nel mio daily plan. Venivo da un'altra corsa contro il tempo (sembra proprio che io abbia il gusto perverso di perdere aerei o almeno arrivare al limite della chiusura del check-in..) perché ho lavorato fino all'ultimo secondo possibile, al Silk Lab le cose devono cambiare e io ho l'obbligo di iniziare questo processo o almeno essere presente quando questo avviene.
Sono state licenziate 2 persone, 2 persone che hanno lavorato poco e male in questo anno di laboratorio; ho voluto che lo facesse Sophorn perché se vuole essere manager deve assumersi anche queste responsabilità.. E' stata lunga e dura, è stata terribile dal punto di vista umano, crudele togliere il lavoro a chi vive, o meglio, sopravvive, con quei pochi soldi. Una delle due persone licenziate era una donna, incinta, all'ottavo mese. M'è sembrato di uccidere il bambino che porta in grembo, lei non voleva credere alle parole di Sophorn, qualcuno (Daniela) le aveva promesso che avrebbe addirittura avuto la maternità pagata, roba da matti.. "E ora come faccio a trovarmi un altro lavoro in questa situazione?" Parlava a Sophorn ma guardava dritto me negli occhi: io, il mostro arrivato dall'Italia per distruggerle la vita; io, col cuore a pezzi e il groppo in gola, a spalare merda che altri hanno lasciato accumulare.
Quegli occhi hanno detto più di mille parole, chissà quante maledizioni khmer mi sono beccato, forse quelle più feroci, quelle che tengono ancora in vita i re khmer nei templi di Angkor.. Di sicuro uno di questi giorni mi cascherà il regale augello in qualche tombino di Bangkok, abitato da panteganule multicolori e senzatetto senzatette.


Ho trovato Bangkok piena di gente, piena di bianchi; veloce, stressata, l'ho trovata stranamente pulita. Ma allora è proprio vero che dipende tutto dalle prospettive con cui si osservano le cose! Ma allora è proprio vero, le caramelle balsamiche Victors si sentono nella gola e anche nel naso! Guai a sturarsi la gola ed il naso e respirare a pieni polmoni Bangkok..
Allora è ancora giusto girare (anche in tondo se si vuole) in modo da avere un metro più attatatatatatatatata (mi manca evidentemente una parola, utilizzerei "reliable".. addio itagliano!). Alla fine quel metro parigino malandrino sbirulino c'entra sempre di mezzo, o no?! ;-) ATTENDIBILE, ecco la parola mancantole. Por fin..




Quello che sento che mi manca di più adesso è la possibilità di avere delle scelte. Mi manca la possibilità di uscire di casa e fare delle cose, o anche non farle. Potenza e atto.
Quello che dico è che se c'è un'unica alternativa allora dopo poco si finisce per crearsi le alternative da soli, e generalmente si fa tutto per conto proprio a casa. Ecco perché non esco ma seguo passo passo il manuale del bricolage per rinsaldare lo scaffaletto dove tengo la mia vita. La magia del fai-da-te.. E pensare che col primo numero m'hanno dato anche la pialla in omaggio, che matti!

Bangkok mi ha riaperto gli occhi, piano piano sono diventato miope e non sono riuscito più a vedere chiaramente oltre al cancello arrugginito di casa mia. Rust & Dust, that's Cambodia!
Una vita fatta di stenti e privazioni non è vita finché non lo si vuole, io ci sto a vivermela così a patto che ci sia qualcos'altro che compensi tutto quello che manca. Nel mio caso è il lavoro che tappa la voragine, ma siccome non credo che si debba vivere per lavorare allora mi chiedo che cosa io voglia davvero, ora. Sicuramente tornare a casa a dicembre, riabbracciare i pochi cari e avere una visione dall'esterno di cosa io sia realmente a Siem Reap. Esattamente lo stesso processo che avviene ogni volta che si lascia l'Italia, del resto. Marta testimonial, Alpha nuova cavia.

Achara ha detto che sono cambiato, parlo con estrema calma e sembro appena uscito da una terapia psichiatrica d'urto. Mon dieu!
Mi confronta col party boy che ha conosciuto più di un anno fa e con l'ngo boy che le è piombato dentro casa per qualche giorno circa 5 mesi fa con mille aspettative e sogni. Ora è tutto più reale, i sogni sono sempre lì ma io non riesco più ad addormentarmi per ritrovarli..



Basta frivolezze, parliamo di cose serie.
Ieri super party di Halloween all'RCA, l'Astra club ospitava l'ennesimo famosissimo Dj Sconosciuto proveniente direttamente da Ibiza! Freghete! Forse volevano dire la Seat Ibiza dove dorme la notte in qualche vicoletto di questa immensa città.
Whisky&Cola&Roccherolle, la mia maschera da skeletor che spopola, ho ballato fino all'accendersi delle luci, ho sudato, riso, risata, come me vie' da ride.. In una parola, mi sono spurgato dal fango cambogiano.

Fine serata a mangiare porridge e bere nero d'avola: fusion.





Preserata a casa di amici di Achara, vino francese, vino spagnolo, viva la globbalinsolazione (soprattutto del vino) ma l'Italia resta sempre e comunque indietro. Ridicoli pagliacci. Vabbè, alla fine questi li conoscevo pure io e discretamente bene, figurarsi che il padrone di casa è il bonbon che mi ha fatto il book fotografico sul ponte Rama VIII per quel giornale per teeneger diretto dal mio amico/a Misty, miseramente fallito ma non per causa mia, sembra.

Avevo la maglietta con su scritto "SONO FICO", ancora penso che sia una frase azzeccata. In fondo il pallone è mio e io faccio le squadre, e può essere anche che vinco a tavolino. O no?!



*L*



4 comments:

valerio said...

ma ti sono cresciuti i capelli lunghi biondi ? :)

che bella :D

Anonymous said...

E pensare che ero convinto che oltre l'UOMO TIGRE non ci fosse più nulla che mi potesse emozionare. e' incredibile, sei come Bubka(quello che saltava con l'asta) fai il record e te lo batti da solo...
Lo're

Anonymous said...

Eh no! il Pallone sarà pure tuo, ma le squadre le faccio io. E anche se le fai tu le fai come dico io. E se poi vinci a tavolino io faccio ricorso e vinco io. E se tutto ciò non ti basta prendiamo un mazzo di carte e facciamo a carta più alta.. e indovina chi vince? io. ... Eppure fosti proprio tu il profeta: da Frida un dì dicesti "what time is it? It's Cambogia time!". Tu forse te ne dimenticasti ma la sera che tu e il Marachella bagnaste l'Orco cattivo scatenaste il Ninja Cambogia Time. Fu il massacro inaspetatto. Di tutto ciò ora no ricordonulla più. solo la posizione del baco da seta nella quale ti risvegliavi. uan ciù tri, famo la pipì. Oh amico caro. Oh amico. Oh Caro. Devo ricontattare Orco. E forse anche He-Man, che poi ci pensa lui a Skeletor. Che t'arapia tapioca? W Carlos, che me sta ancora a cercà pe via del ricorso. La vita è un corso. C'è vita via del corso. Ma la corso c'è anche al gelateria. Quale metafora più bella. La gelateria del corso. La gente lecca fino a quando non deve poi passare alla coppa del nonno. Pochi alla Coppa e molti al Nonno. Cmq Io preferisco sempre il maxistecco. E' colpa dei miei complessi. Per colpa di Carlos quando ci ripenso.

Anonymous said...

Io ce penso tutti i giorni al CAMBOGIA TIME...'st'estate sono pure andata a vedere se il Frida aveva appeso targhe del tipo "In questa pensione hanno alloggiato gli illustri...", ma ancora nun j'è arrivata voce de chi siete diventati!!! ;)
Vale