24.1.07

Le vicende di Tigre&Pia

Gli è bastato uno sguardo. Imbarazzato per entrambi, la prima volta per Tigre, l'ultima delle tante per Pia.
Sono caduti l'uno nell'altro per qualche attimo, Tigre e Pia, i loro sguardi si sono scontrati, nel saliscendi delle vie di Sapa le loro strade hanno preso la stessa direzione, per sempre.

"Vado a vedere cosa c'è fuori da Hanoi, ho voglia di respirare" ha confidato Pia alle sue amiche, "ma non ditelo ai miei genitori!".



Dolce cerbiatto dell'alta borghesia vietnamita, appena diciottenne Pia si trovava scomoda in quel vestito che la società le aveva disegnato addosso: "devi essere così, devi fare cosà, è la regola se vuoi vivere qui" le ripetevano. Un futuro già scritto: le scuole migliori, i vestiti migliori, il marito migliore.. Una vita migliore.

Bella, con quelle sue lentiggini bianche da adolescente, ha sempre dovuto combattere contro eserciti di idee insormontabili per far uscire fuori la sua bandiera bianca di esuberanza, spensieratezza, innocenza.


Pia se ne va da sola tra le montagne di Sapa, al confine con la Cina, sorride a tutti fin dalla stazione di Hanoi, è felice, davvero, nemmeno si ricorda l'ultima volta che lo è stata. Nella notte sul treno non ha paura, vuole andare fino in fondo stavolta, vuole capire, capirsi. Un pensiero notturno vola verso la sorella, di un anno più grande ma con già due figli a cui badare. Nei suoi occhi una mite disperazione, come quella del purosangue ben nutrito ma tenuto imbrigliato al palo.

A Sapa l'aria è frizzante, Pia ne respira a pieni polmoni, ha il gusto unico della libertà, quella che fa rifiorire anche fuori stagione. Col suo zainone e le scarpe da trekking, Pia scende verso gli alberghi, vuole la vista sulle montagne e sul cielo stellato stanotte, se lo merita!


E' proprio in quel momento, dopo aver scattato qualche foto al mercato, che incontra il suo sguardo. E tutto crolla.

"Vado a comprarmi le sigarette in piazza!" aveva detto Tigre agli amici del gruppo prima di incamminarsi verso la salita, "voi andate pure avanti, io vi raggiungo". C'era un muro da costruire e Tigre lo sapeva, meglio tirarla un po' per le lunghe stavolta.. Proprio non gli andava quel giorno di lavorare, era il miglior muratore di Sapa nonché gran raccoglitore nelle risaie, in tutto quello che faceva ci metteva energia, amore, e tutto gli veniva bene, anzi meglio. Adorava camminare al sole e fumare, si arrotolava il pacchetto delle sigarette sotto la manica e si rimetteva a posto il ciuffo, quello che aveva mieututo vittime in tutto il distretto. Le ragazze lo sapevano che era un poco di buono, ma non sembravano ricordarsene quando lui passava e gli sorrideva alle feste del paese. Tigre non era andato a scuola e ne andava quasi fiero, una reputazione da numero uno da mantenere a tutti i costi, con quella stella gialla sul petto che metteva in riga tutti i possibili avversari.. E che carrozzeria.. E come competere?!



Sotto sotto Tigre sapeva che quella non era la verità, che quello non era lui, che la vita a Sapa era dura, infelice per tutti, indistintamente. Aveva bisogno di aria fresca, anche lui, era sicuro che l'avrebbe trovata in una grande città, ad Hanoi per esempio.

Pia era di spalle quando Tigre saliva la strada, lui aveva notato il suo zaino color fosforesente come la cultura che si portava dentro, immaginava che Pia fosse la solita turista americana, o magari cinese, di quelle perennemente insoddisfatte, di quelle che lo saranno sempre, fa parte del personaggio, il profilo di un test fatto su qualche settimanale in voga nella capitale.. Ma lì quella robaccia non arriva, lì si lavora sodo e si riga diritto: il rovescio, della medaglia, è che Tigre si era stufato di una vita che era già morte.

Pia si volta di colpo, tutto risplende nel suo candore, un sorriso emozionato per le vecchine al mercato, le trecce nell'aria ed i suoi occhi. Splash, e tutto crolla.

Pia sorride, Tigre balbetta, farfuglia un ciao, il ciuffo non sta più su, abbandona, si abbandona, anche lui è stanco di tenersi su da solo, vuole avere la possibilità di starsene giù: il diritto del rovescio..

"Sono Pia, sarò qui per qualche giorno..". Il battito si ferma, il sangue pulsa controcorrente, il sudore freddo, la testa che ribolle. I compromessi con cui Tigre aveva sempre convissuto si sciolgono come la neve di Sapa al sole di Hanoi.

Tigre oggi non andrà a lavorare.

Da qui è solo amore, puro, due persone che si uniscono nella semplicità, al diavolo il nostro passato, ricominciamo da qui.

Sono passeggiate tra le montagne,


tra le risaie e le risate,

sono piccoli gesti d'amore per loro stessi


e per le persone che dolcemente accettano il loro idillio;



sono gelosie strabordanti, per le femmine



e gli uomini
che cercano di frapporsi alla loro felicità.

Pia è in cima alla vetta,


lo strapiombo non le fa più paura,

ora è davvero pronta a guidare la sua vita,



con lui al suo fianco.

Tigre&Pia, come vorrei fosse la vita mia.

*L*

23.1.07

Fase 2

La Fase 2 non si riconosce in toto con la Fase 1, ma allo stesso tempo non ne è radicalmente lontana, altrimenti si chiamerebbe, ad esempio, Fase Q.
La Fase 2 è iniziata già un mesetto fa, quando in quel di Roma, uffici di Progetto Continenti, ho effettuato un rapporto di 4 ore sul mio operato in Cambogia durante la Fase 1: anche i più scettici, anche i piranhas seduti al tavolo con me pronti a seguire la scia calda della mia pipì nell'acqua per distruggermi (senza quello non si è praticamente spacciati, o spacciosi, nella vita?!) hanno dovuto rinviare la soddisfazione di vedersi vincitori e saputi alla prossima puntata, magari pure di un altro serial. La Fase 1 si archivia, inizia la Fase 2 alle condizioni che dico io. Zitti e mosca, grazie.

Nella Fase 2 ritorno a Siem Reap per altri 6 mesi.
Nella Fase 2 sono pagato dignitosamente.
Nella Fase 2 rispetterò i miei orari di lavoro, che non sono quelli pattuiti nel contratto ma già qualcosa in più, perché a me piace lavorare ma non fino alle 10 di sera. Altrimenti mi trovo Marta riversa sul divano a guardarsi il wrestling.
Nella Fase 2 devo fare moto, non devo solo andarci sopra: sono iscritto ad una squadra di calcio e voglio iscrivermi in piscina. I buoni propositi di qualsiasi Fase 2..
Nella Fase 2 studio per me stesso, per il mio futuro, perché già so che non ci sarà una Fase 3.
Nella Fase 2 praticamente non ho amici, non ce la faccio più a prostituirmi per sentirmi meno solo perché questo mi rende ancor di più tale.
Nella Fase 2 il tempo fisico passerà meno facilmente, già lo vedo.
Nella Fase 2 il tempo atmosferico sarà meno clemente, caldo asfissiante, umido, e poi ancora monsone.
Nella Fase 2 non bisogna tagliare i ponti con la Fase 1 ma nemmeno attaccarcisi a tutti i costi, perché altrimenti si chiamerebbe Fase 1 bis.
Nella Fase 2 sarà 3 volte Natale e festa tutto il giorno.

Prima regola della Fase 2: non parlare mai della Fase 2.
Seconda regola della Fase 2: non parlare mai della Fase 2.
La Fase 2 è solo un'altra Fase 2 della vita, quindi anche questa si supererà. Certo non è iniziata al massimo, il mio corpo rimbalzato come un rifiuto tossico tra aerei e aeroporti, duty free e deliziosi fumanti pasti surgelati, tapis roulant verso l'ingnoto e musichine relax nei bagni per conciliare.
Roma-Zurigo-Londra-Kuala Lumpur-Siem Reap: partenza venerdì 19 alle 9.40, arrivo domenica 21 alle 12.40. Chi ben comincia..

La Fase 2 del blog inizia ora e non so cosa ne verrà fuori, già questo post è stato scritto e riscritto più e più volte nella mia testa nei tanti buchi vuoti di questi giorni. Ora è già diverso, ora sono già qui. La Fase 2 è già pienamente in corso e io ancora non mi sono accorto che sono ritornato, o forse che me ne ero andato. Ho vissuto questi giorni in totale apnea, e mi riferisco ai 2 giorni di viaggio, al mese in Italia e dintorni, ai 6 mesi della Fase 1. Mi domando quando respirerò. Forse ora che ho redatto il decalogo potrò imbrigliare meglio il tempo, sentirmi più sicuro del decadimento incessante. Ma davvero sono stato 41 giorni fuori da questo Paese? E che ci sto a fare di nuovo dentro? Nuovi alberghi e a breve uno shopping center, nuove strade asfaltate e a breve un nuovo semaforo, nuove restrizioni per l'Angkor Wat e a breve il poliziotto di quartiere: mi ritrovo a rincorrere gente che rincorre un mostro che rincorre me. E' la strega di Biancaneve, in tutto e per tutto. Maledetto Walt e quella mela saporita, delizioso fumante pasto surgelato...

Il telefono non funziona, l'elettricità è andata via per 5 ore oggi, mi hanno fatto una multa da 1 dollaro perché sono bianco, i pulmini dei giapponesi hanno la precedenza sulle ambulanze e i progetti di sviluppo sono una farsa che conviene a tutti.

Fase 2, sono pronto. Fase 2Q, intendo.

*L*