28.4.08

Home Sweet Home

Alcune foto scattate in questi 3 mesi a Roma.


Ti prendo e ti porto via.


La calamita.


La Tour Eiffel.


La nuvoletta.


La pizza bianca.


L'ammazzacaffè.


Fantozzi è lei?


I milgiori amici dell'uomo.


Vedi Centos.


Il mio ascensore.


Canta che ti passa.


Un antesignano.


Davanti allo studio oculistico dove ho fatto il primo controllo agli occhi.


Fede, Emilio.


Rebus.


Bravi.


Governo vecchio.


Infanzia difficile.


Bastardi.


Vedi Centos.


La pulizia prima di tutto.


Fashion victim.


Quanto sono artista.


Un vero artista.


Il circo.


L'inverno politico.


*L*

Logout

Beh, che dire.... Non saprei bene come riassumere i 3 mesi passati a Roma dal giorno del mio ritorno.... Forse la parola che meglio lo fa è: disattenzione.

Dopo aver avuto conferma totale di tutto ciò che mi sono aspettato in Casio, mi sono concentrato a risolvere un paio di questioni rimaste impigliate nelle maglie del mio andirivieni dall'Asia. Sono partito bene, molto forte, concentrato, lavoravo nell'ombra come un vero uomo d'azione. Sveglia presto e via a trottare tutto il giorno, la salute prima di tutto, poi il lavoro, infine le persone.
Non c'era nemmeno il classico hangover da ritorno, fatto di sospiri pieni di malinconoia, occhi lucidi e sguardi furtivi alle foto, agli sms, ai simboli di quello che si è stati.
Login nella vita romana. Tuttapposso.

Poi, un bel giorno, il tracollo.
Il ritrovarsi dopo un breve periodo di fruttuosa apnea a dover respirare sotto l'incombente cappa del Colosseo mi ha riportato alla realtà. Boom! Sono dentro ma non ci sto dentro.
E ora? Dubbio, incertezza. Pausa.
Sì, mi prendo una pausa di riflessione, così si dice, così ufficialmente comunicherò a chi si aspetta da me un frizzo, un lazzo, un gesto istrionico, una chiarificazione.
Pausa allora. Esco dal programma.
Sei davvero sicuro di volerti disconnettere? Sì.
Attendere prego............ ................ ................
Logout effettuato con successo.


Dormi, mangia; mangia, dormi.
Guarda la tv; spegni.
Naviga su internet; leggi la posta.
Esci nel quartiere; esci in città.
Mangia, bevi; prendi tutto e subito, che chissà quando ti ricapita.
Leggi.

Impossibile connettersi col server centrale.

Quante promesse non mantenute, quante aspettative disilluse, quante azioni non compiute.
Tutto è inutile se si è logout, è un limbo in cui niente e tutto si fondono nell'incompiuto.
Non c'è più contatto, nemmeno nel cervello. La realtà non esiste, le cose ti cascano di mano, passi attraverso le persone, attraverso i muri.

Ansia, sconcerto, cuori infranti: Luca è qui ma non riesco ad averlo un po' per me.. Ma dov'è allora? E con chi? Ma che fa durante il giorno? E la notte dove dorme? E poi perchè non risponde al telefono!

Logout.
Il telefono squlla, le email arrivano, il mondo ti vuole, la gente si avvicina. Ci sono impegni da rispettare. C'è una vita da rendere fantastica grazie alle tendine per bagno Ikea!

Hey? Mc Fly? C'è nessuno in casa?
Luca è uno spaventapasseri.

Sono il sudore freddo di Jack.
Sono il dotto biliare di Jack.
Sono il midollo allungato di Jack.
Sono la vendetta sghignazzante di Jack.
Sono la totale mancanza di sorpresa di Jack.
Sono l'ardente senso del rifiuto di Jack.

Dentro o fuori, dentro o fuori, dentro o fuori.
Poi una voce, dall'alto: "mangia la ciambella mangia la ciambella mangia la ciambella".
Poi un'altra: "è sempre meglio stare dentro che fuori".
Ok, allora login di nuovo, ma almeno un po' per cazzi miei. Va bene, papà?

*L*

23.4.08

Alcune Sconcertanti Verità

A celebrazione del centesimo post del Blog, pubblico un po' di foto scattate in Cambogia durante la fase 1.

Le metto così come vengono, un po' alla cazzo di cane. Il senso alla fine lo si trova nel nonsenso.











































Cento di questi post, Readtoluca!

*L*

Centos

Essendo questo il post 99 mi viene da pensare al prossimo, al traguardo che mi sono preposto di raggiungere nel parlare della Cambogia o, più in generale, di tutto quello che mi è successo prima di rientrare in Italia.

Ma poi il quotidiano ti riassorbe e ti salta addosso come uno spietato predatore, e allora non posso tralasciare un piccolo commento sui risultati elettorali italiani.

Premetto che il mio voto sarebbe andato a Mastella (un mito, l'unico che con 2 parlamentari in croce trova sempre una sedia al ministero da scaldare e da utilizzare per i propri interessi, qualsiasi vento tiri) prima che INGIUSTAMENTE lo tagliassero fuori dalla corsa a Palazzo Chigi. Eh, che brutta storia quella, quei maledetti magistrati corrotti e comunisti che dovrebbero fare delle analisi psicologiche prima di entrare in servizio.. E poi che bassezza tirare in mezzo anche la sua adorabile famiglia.... Non c'è più religione!

La vittoria di *oni mi ha fatto venire in mente le sigarette Centos della *oro.
Quel volubile desiderio di un po' di più, quel lasciarsi andare alle gioie di una bella sigaretta, a quegli ultimi due tiri che con una *oro normale non ti potresti permettere. Ma la normalità non fa per me, io vivo la mia vita al massimo e prendo tutto quello che mi dà. Per me solo il meglio, anzi il massimo.
Fumare uccide? Io non ho paura della morte, io. E poi questo è un piccolo vizio che non fa male a nessuno se non a me, no? Abbasso i perbenisti bacchettoni fichetti figli di papà della sinistra che vogliono instaurare il loro regime del male anche nel modo in cui IO vivo la MIA vita.
Fottetevi, io fumo. Fottetevi, perdenti dalle sigarette normali, io non pago le tasse e ometto soccorso dopo aver (giustamente) schiacciato qualche rom al semaforo col mio SUV. Erano loro sulla mia strada, ma io non accetto compromessi perchè sono un cowboy metropolitano e fumo Centos. Uno di noi, Centos di loro. Me ne frego.

*oni non ha vinto. *oni ha stravinto.
Lui ed il suo sempre più nutrito branco di iene daranno il colpo di grazia allo Stato e instaureranno un nuovo senso di nazione:
Me ne frego.
Rubo i cavi di rame dalla strada.
Strappo i fiori dai parchi.
Il mio cane caca dappertutto.
Rigo i vetri del bus.
Salto la fila.
Dico le parolacce.
Musica a tutto volume.
Rido e parlo allo stesso modo.
Mangio e bevo.
Non leggo, tanto il diploma me lo compro.
Non guardo nemmeno le figure, tanto c'è la tivvù.
La bamba e le bombe.
La fica ed il pallone.
Sono abbronzato, vesto alla moda.
Metto i video della mia ragazza su youtube.
Prendo il tuo e mi tengo il mio.
Sparo ed uccido.
Al cimitero non ci andrò mai da vivo.
Non vado mai in galera ma passo sempre dal Via ad incassare.

La cosa pubblica è cosa mia.
La cosa mia è cosa mia.
Sono italiano. Un italiano vero.


*oni = Centos.
Tutto il sapore della vittoria, con quel pizzico in più. Sul culo di tua moglie.

*L*

22.4.08

Rallentare - Un paio di citazioni

Madre Teresa di Calcata. Una frase.

"Se pensi al mondo intero ti perdi nel pensiero di non poter fare niente e che non potrai mai salvarlo, ma se aiuti una persona ti accorgerai che hai salvato tutto il mondo".

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Ryszard Kapuściński. Scrivere una storia intitolata "Una giornata nel mondo" e così descrivere:

come sgorga il sole sul Tibet, sul Sahara, su Firenze e su Lima;
come si sveglino i bambini, come si sveglino le donne;
come si sveglino gli operai;
come si spanda l'odore del caffè, del tè, delle uova strapazzate, del sangue di una gallina appena sgozzata, della kasava;
come vadano al lavoro i contadini;
come si mettano in movimento i muli;
come si mettano in moto i treni;
i carri armati;
come le donne in riva al fiume comincino a fare il bucato;
poi il meriggio, la vita che si ferma (ai tropici, nel Ciad, nel Mali, nel deserto di Atacama, del Gobi, del Karakum ecc.);
come si scolpisca il legno, si modelli l'argilla, si scalpelli la pietra, si martelli il metallo, si sfaccetti il diamante;
come si pesti la manioca, si sarchino le patate, si manovri la nave e si piloti l'aereo;
come ovunque risuoni qualche macchinario;
poi il cessare dell'opera, il ritorno dal lavoro;
come tutto cali di giri;
come si avvicini il crepuscolo;
la sera;
come si accendano i focolari, le luci alle finestre, i lampioni e i neon, l'addome delle lucciole, gli occhi del serpente boa;
come arda la savana, come ardano villaggi e città dopo un'incursione;
come a Cernobyl si aprano le porte dell'inferno;
come ci mettiamo a cena, come guardiamo la tivù;
come un bimbetto (cocchino, passerotto, musino) voglia (o non voglia) dormire;
ma come, prima o poi, ogni cosa finisca per scivolare nel sonno;
prima, però, l'accostarsi dei corpi;
come lo si senta;
e poi i sussurri, le voci, i richiamile grida (tutta una torre di babele di linguaggi, di intonazioni, di suoni, di sonorità, di scongiuri, di bemolle e diesis;
il lento ingresso nel buio della notte;
l'entrare nel tormento dell'insonnia, nelle visioni e negli incubi, oppure in un sonoro russare, nell'oblio, nei sogni;
come la terra sprofondi nel nulla e come, dopo poche ore, con l'alba, ne riemerga.

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Forza Roma.

*L*

Rallentare

È un pensiero che mi è venuto ad Hong Kong mentre camminavo. È un qualcosa che ho in testa da quel momento e non mi lascia più. È stata un'altra piccola chiave per aprire un'altra piccola porta.

Ero davanti al fiume, erano le 7 di sera, ero in attesa che gli imponenti grattacieli davanti a me si rivelassero in tutta la loro magniloquente grandezza, creando uno spettacolo di luci e suoni.
Tutte le sere, alle 8.
Uno spettacolo da non perdere, uno spettacolo entrato nel guinness dei primati.
Tutte le sere, alle 8.
Un evento eccezionale, irripetibile.
Tutte le sere, alle 8.
Dal 2004 solo per voi.
Tutte le sere, alle 8.

Bang! Sono costretto a sedermi su una panchina per il colpo ed incomincio ad osservare per la prima volta, o per meglio dire, a riconoscere e quindi vedere, i mille flussi della vita intrecciarsi nella fitta cappa di smog di fronte a me. Il fiume scorre ma la sua corrente non ha una direzione. Si muove e basta.
Il movimento.
È stata una rivelazione. Un'altro pezzo della matrice, un altro pezzo di quell'uno infinito.

Non fermarti, corri, metti in moto tutte le particelle possibili e falle muovere, quelle coivolgeranno le altre e così via. Non arrestare il processo, il processo nucleare, la bomba atomica.
Più ti muovi e più ti dilati, più ti dilati e più perdi il contatto con te stesso. Il calore.
Il tuo io si fonde con quello di chi ti sta accanto e viceversa, niente rimane più tuo solo tuo tuo e basta ma diventa di tutti. Quello che sei non è più tuo solo tuo tuo e basta ma diventa di tutti.
La tua identità non è più tua solo tua solo tua tua e basta ma vola via e diventa di tutti.
Ora rappresenti, non sei. Rappresenti il Sistema, come gli altri ma a modo tutto tuo®
. Benvenuto nel Club più esclusivo. Anche tu ora sei una stella nel Firmamento®.
Erre? Rarrarrirra allora.


Il villaggio globale espanso. La megalopoli globale in cui tutti sono dentro.


Quello che sei non è più quello che sei ma quello che il tutto è. Non fermarti, non bloccare il flusso, non inceppare l'ingranaggio. Continua, va avanti, prosegui che c'è gente dietro. Vai, vai! Non fare domande, né a noi né a te stesso, va' e basta che abbiamo fretta. La risposta è più avanti.

-Ma dove devo andare?
- Segui chi ti sta davanti, no? Ma che sei nuovo di qui?

Vieni dentro, salta su, corri insieme a noi. Produci, mangia, bevi, suda; consuma, spendi, vota. Sorridi. Ora sei felice.


Le formiche.

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Curiosità sulle formiche.

Le formiche sono le creature più longeve sulla terra. Come gli squali, la specie non si è evoluta molto in milioni di anni.
Le formiche sono le creature più forti rispetto alle loro dimensioni. Possono trasportare un carico di 15/20 volte superiore al loro peso.
Si stima che ci siano circa 10000 trilioni (10 x 1015) di formiche viventi sulla Terra in questo momento.
Ciò rappresenta lo 0.1% di tutti gli insetti del pianeta.

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Tutti dentro, come le formiche, nel più grande ed esclusivo Club sulla Terra e sulla parte visibile della Luna. Non fermarti, non pensare al carico sopra di te, lo porterai con più facilità. Quello che sei è quello che eri e quello che sarai tutto nello stesso istante perchè la storia siamo noi, noi del Club.

Tutti dentro, come le formiche, e mai voltarsi indietro che altrimenti ti vengono le vertigini per quanto sei in alto. Te lo dico io che sei in alto, altissimo, mai così in alto! Tu però continua. E sorridi che il successo è dietro l'angolo. Non vedi ancora l'angolo?! Io lo vedo benissimo! È lì, guarda, è giusto dietro quell'altro angolo.

La formica. Quell'animaletto insulso, così insignificante per noi, per la nostra vita da guinness, ci aveva visto lungo fin dalla sua nascita.
Pensare è inutile, superfluo. Bisogna andare avanti. Il futuro non mi fa paura perchè io ho gli amici del Club. Il pensiero viene agli indecisi e noi del Club non lo siamo. E poi non avremmo nemmeno il tempo per esserlo. Andiamo di fretta, siamo così indaffarati a fare quello che dobbiamo fare! Ammucchiare.
Cosa facciamo? Chiedilo a chi mi sta davanti, io faccio quello che fa lui e mi basta. Anzi, mi soddisfa e mi completa, almeno così mi si dice da davanti ed io riporto dietro.

La risposta? A quale domanda? Scusa è che ero sovrappensiero.
A che pensavo? A quello che pensava quello davanti.
Che pensava quello davanti?
A quello che pensava quello davanti.
Che pensava quello davanti? A quello che pensava quello davanti.
Che pensava quello davanti? A quello che pensava quello davanti.
Che pensava quello davanti? A quello che pensava quello davanti.
Che pensava quello davanti? A quello che pensava quello davanti.
E vuoi sapere che pensava quello che sta davanti a quello che sta davanti a quello che sta davanti a quello che sta davanti a me? Non te lo so dire di sicuro, perchè è troppo avanti, beato lui. Ma un giorno lo raggiungerò, anche se non proprio lui almeno raggiungerò la sua posizione all'interno della catena e allora sì che saprò cosa si prova a pensare quello che pensava lui un tempo. Un tempo che è ora e subito perchè non esiste lo ieri. Lo ieri è da perdenti e noi che siamo dentro al Club non perdiamo. Mai.

Correre, veloce, scalare, anzi volare verso il successo. Raggiungere la vetta che mentre corri si allontana. L'asino e la carota.
Non toccare mai terra. Non fermarsi ad osservare quello che si muove intorno a noi. Non c'è niente da guardare sulla scena del delitto, circolare.
Non avere dubbi perchè non ci sono. Comunicato stampa governativo.
Non guardare mai per terra che c'è il rischio di aver voglia di scavare.

Rallentare, scendere dal tapis roulant e non aver paura di lasciarsi andare alla deriva del pensiero.

*L*

6.4.08

Le Ricette de la Sora Lilla / 2

Bentornati al corso di cucina più amato dai fan del blogghe.
La Sora Lilla ritorna e si tinge d'arcobaleno per la gioia di essere nuovamente con voi. Ma lasciamo che il piatto di oggi lo presenti la suddetta Lilla medesima. Vai Li'!




INGREDIENTI

L'ingrediente principale è quello principale per la ricetta dei supplì: l'ingrediente principale.
Fornirsi di un qb di tutti i rimanenti ingredienti secondari, come ad esempio non quello principale.

UTENSILI

Macchina per hot dog il sogno dei golosi!
Macina-pepe elettrico con luce
Cuocinella - La Pentola Alogena
Due contenitori con gel refrigerante!
Saponetta in acciaio
Set cucina “Uova”
Pinza per polpette
Pompetta per arrosti
Forchetta a molla extra lunga
Spicciolatore per fragole
Utensile per caramellare
Perizoma uomo commestibile al cioccolato
Sveglia con posizioni sexy
Completo Uomo BadMan
Paperella massaggiante
Spray per la pulizia di vibratori
Mutanda musicale SuperMacho (taglia unica)
Carta igienica Sudoku

PREPARAZIONE DEL MANICARETTO

1. Prendere Lilla dalla ghiacchiaia e scongelarla a bagnomaria di vino Frascati doc per qb.



2. Sopportare le sue lagnanze per un tempo che non deve superare quello speso per ammirare l'ingrediente principale.



Di più, Lilla, di più. Stavamo andando dritti dritti verso il secondo, se proprio lo vuoi sapere.. Considera che nemmeno Porta a Porta coi suoi modellini della casa e del ristorante ti cercava più.
L'attenzione mondiale si è invece catalizzata sulla ricerca dell'ingrediente principale. Si attendono autopsie dei ragazzi dello scientifico coadiuvati dal Piccolo Chimico e dall'ingrediente principale stesso, in tutta la sua gradevole essenza al retrogusto di ingrediente principale.




Tuo nipote era d'accordo con me. Anzi, la ghiacciaia era la sua e non voleva che l'aprissi prima che la Roma vincesse un altro scudetto. Ti voleva tirare da un elicottero dritta dritta nel centro del mercato di Testaccio e venderti a tranci tra lo stupore generale. Probabilmente per quell'evento l'ingrediente principale si sarebbe manifestato in tutto il suo disarmante wow.
È di tuo nipote anche l'ingrediente segreto di questa ricetta, da non confondersi con quello chiave, che solo vagamente assomiglia a quello principale.



Praticamente l'anno in cui ritornerai a scongelarti dopo che io ed Amalio ti avremmo rimesso nella ghiacciaia dei totani, giusto al termine di questa ricetta. E ricordati che conosciamo il PIN del tuo Bancomat (hai fatto bene a lasciare un biglietto con scritto "Er numero de la carta Bancomatte si puta caso me lo scordo" sul tavolo in cucina. Puta caso.)

3. Ora che Lilla è sistemata, riconcentrarsi sulla ricetta ed il suo ingrediente chiave. Una volta aperte le porte della percezione, ricatalizzare l'attenzione sul principe degli ingedienti, quello principale.

4. Far cucinare il riso al cuociriso giapponese Akira e domandarsi perchè al mercato cambogiano siano stati assegnati apparecchi con le scritte in spagnolo.. Ma non era meglio fare delle figure?



Attenzione alla troppa acqua, che fa ruggine sia dentro che fuori; attenzione al troppo riso, che gonfia sia dentro che fuori. A questo proposito consiglio una tazza di ingrediente principale, che è buono qui ed è buono qui.

5. Sminuzzizzellare il macinato di carne danese e domandarsi perchè al mercato cambogiano siano state assegnate carni che poi si mangiano gli spagnoli.. Ma non era meglio fare delle figure di una mucca che tanto i cambogiani la carne non la vedono nemmeno in cartolina? Magari una cartolina dalla Spagna con un toro sopra..



Mentre ci si interroga su tali quesiti, prendere dalla ghiacciaia dei totani una boccia di vino bianco argentino. Assicurarsi che l'ingrediente principale sia ben disposto alla bevuta e richiudere il portellone.
Stappare, annusare il tappo passandoci entrambe le narici sopra, poi fare tutta la tiritera dell'assaggio e sentenziare che il vino va bene, ma con faccia da intenditore. Bere soddisfatto. Da questo momento alternare azioni e convincenti faccette convinte come segue:
Sciacquettare. Faccia da avventore.
Ribere. Faccia da confessore.
Risciacquettare. Faccia da costruttore.
Ribere. Faccia da imprenditore.
Ribere. Faccia da incantatore.
Riempire di nuovo il boccale vostro e dell'ingrediente principale e brindare gridando "Rialzati, Cambogia".
Decantare infine le lodi di questo vino collegando casualmente alla parola "retrogusto" le parole "fruttato" "primavera" "foglie" "autunno" "rosso" "aceto" "balsamico" "tappo" "ambrato" "solfato" "solfito" "dolce" "secco" "sacco" "succo"; poi "pompelmo e amarena" per la chiosa finale, sempre senza togliere le virgolette.



Dopo il terzo bicchiere domandarsi perchè al mercato cambogiano siano state assegnate bottiglie di vino argentino, che poi anche lì si parla spagnolo.. Ma non era meglio fare delle figure per i passi di tango invece di scrivercelo sull'etichetta? Se no sai che figure nelle balere cambogiane quando scatta Piazzolla e l'ingrediente principale ti strizza l'occhio perchè vuole ballare...

6. Prendere sellero e cipolla e piangere di dolore, quindi tagliarsi e ridere di gusto, quindi fare una battuta e piangere di gioia per averla scampata nei passi di tango. Quanto basta.
Attenzione alla vaschetta col cibo del cane tritato sulla destra: quello è l'ingrediente segreto che va aggiunto solo al segnale "rivelare l'ingrediente segreto" dato dall'ingrediente principale, o dal cane quando balla il tango e parla spagnolo.



7. Buttare tutto in caciara qb (che in spagnolo vuol dire "padella" ed in cambogiano vuol dire "tango") e lasciar riposare. Improvvisare una lambada intorno alla bandierina del calcio d'angolo e dedicare il gol all'ingrediente principale dopo aver osservato il minuto di silenzio per la scomparsa del senso unico su via dei Gaggolari.



8. Ripetere il punto 7 shakerando il tutto. Aggiungere pummarola (che in spagnolo significa "risi" e in cambogiano "bisi"). Improvvisare un reggaeton intorno alla vita di una cubana e dedicare la bella serata alle stelle che ci fanno innamorare dopo però aver osservato un minuto di silenzio perchè voi siete troppo veloci. Farsi consolare qb dall'ingrediente principale, facendosi ricordare che le dimensioni non contano. Rifiutare la pacca sulla spalla e la rivelazione dell'ingrediente chiave.



9. Fare arAkira col cuociriso e posizionare il riso bianco, il tenero e delizioso riso bianco della campagna cambogiana, nel refrigeratorio, che in Spanglish vuol dire ospedale e in Spanklish vuol dire sculacciare.



10. Accingersi ad affrontare la parte più difficile, quindi mettersi il casco ed attendere che la permanente sia ben fissata. Sfogliare qb della rivista del Grande Fratello per leggere che i ricci non vanno più di moda e togliersi tutti i braccialetti in misura preventiva.
Prendere dalla ghiacciaia dei totani la mozzarella tipica danese e ridisporre sul fondo della stessa gli Spaghetti all'Amica Mia (versione irlandese) che la Sora Lilla aveva preparato tanto tempo fa e che nessuno ha mai avuto il coraggio di assaggiare, nemmeno l'ingrediente chiave sotto tortura dell'ingrediente principale.



Questa mozzarella non fila & non fonde ma ci si potrebbe costruire un palazzetto in stile Liberty nel centro di Siem Reap. Consigliarsi con la vicina su questa possibilità ed accorgersi nel frattempo che i mattoni cambogiani fonderebbero prima di questa mozzarella.
Appropinquarsi ad accendere il fuoco col Maxi fiammifero...accendino! e notare che il gas non ne vuole sapere di uscire. Controllare bocchettone, bocchettino, bombolone, bombolino, manovellone e manovellino.
Realizzare che il gas è finito proprio l'unica volta che decidete di proporre questa ricetta sul blogghe e più in generale l'unica volta che decidete di cucinare a casa. Bestemmiare liberamente. Liberi. Ah.. Ancora più liberi. Dai che è catartico! Vabbè.....ora basta.....basta......tappate le orecchie ai bambini, in nome di Dio!



NB: Attenzione alle maniglie di questo pentolino: sono solo verniciate di nero, non hanno alcuno strato ignifugo. Per il suo utilizzo senza bestemmiare come in precedenza, consiglio Guanto ignifugo ad alta protezione, oppure la bestemmia cambogiana che suona tipo: "la madre la sorella brutto".

11. Non darsi per vinti ma continuare a bere il Frascati della frasca arrivato direttamente dall'inferno argentino. Farsi impadronire dalla malinconia di Piazzolla, prendere il cane ed insegnargli lo spagnolo. A questo punto lui per riconoscenza vi insegnerà a ballare il tango (lasciate guidare lui).
Ricevere l'illuminazione dall'alto, ma all'occorrenza anche dagli sportelli sotto al lavello. Entrare in possesso dell'ingrediente segreto. È stato come scoprire l'acqua calda, vero? Ora recarsi in bagno, ma non il mio che ho appena finito la seduta ed è pieno di zanzare. Per tale inconveniente, consiglio la Racchetta fulmina-insetti.



Portare le manovelle sul massimo e chiudere i boccaporti che l'acqua incomincia a scendere. La mozzarella, seppur danese, dovrebbe incominciare a diventare malleabile. In caso contrario utilizzare shampoo antiforfora qb o l'insostituibile Frische Dusche per quella dolce sensazione di pulito ariano.



12. Tornare vittoriosi (e puliti) in cucina ed incominciare a staccare qb di caccole dal malloppone centrale o da altre qualsivolglia disparate qb di fonti.
Resistere alla pubblicità occulta che imperversa in queste edizioni economiche delle ricette oppure abbandonarcisi totalmente e sentirsi finalmente, totalmente, vivi.



13. Diventare sadici e prendere svariate bustine di crackers salati in superficie ma pepati nell'intimo e schiaffarli dentro al Super Blender tritatutto per creare dell'ottimo pangrattato, o segatura per sangue.
Il Super Blender è indicato anche per gustosi frullati al sesamo e cassis, tenere polpette di quaglia all'albicocca e, last but not least, deliziosi mani e piedi mantecati al burro di cammello. Pensare a Luttazzi.






14. Prendere una gallina, tirarle il collo e spennarla mantenendo un sorriso da Gioconda e uno sguardo da Leonardo. La gallina al suo fianco sarà così spaventata da fare immediatamente le qb di uova che servono per la nostra ricetta. Lasciare la gallina alla vicina ed andarle a ribussare quando i legnetti per accendere il fuoco avranno preso.
Sbattete qualsiasi cosa o persona passi nei paraggi, anche la vicina che alla fine è bona. Fate la solita frittata.



15. Prendere tutti gli ingredienti e disporli in fila. Riprendere in mano l'ingrediente principale e formare delle bombe piene di riso al ragù, mozzarella, ricordi, affetti e sostanze stupefacenti.



A questo punto mettere l'olio nella padella ma ricordarsi che il gas non c'è ancora. Fare un paio di giri di waltzer scordandosi finalmente i passi del tango ora che l'ingrediente principale pervade tutti noi. Buonanotte.

16. Svegliarsi alle 5.30 di mattina e scoprire che fuori dalla vostra porta ci sono già estranei che curiosano. Vogliono i vostri soldi, la vostra altezza, il vostro naso, il vostro naso... Vogliono la vostra vita.
Prepararsi all'invasione. Prepararsi al peggio. Prepararsi a friggere.



Contemplare il risultato finale. Fare il giochino del telefono e chiamare l'Australia a carico del destinatario.
Gustare. Piangere. Morire. Rinascere.

LA SEVERA LILLA



A Lilla vieniti a sedere che dall'Australia vogliono parlare con te. Poi stacco che voglio parlare con Tokyo.

VOTO

10 pieno, rotondo.
I supplì sono il bello, sono Roma, sono la tradizione col retrogusto moderno. Un pasto veloce e completo, ma soprattutto incredibilmente buono. E solo nostro. Una ricetta sublime, dove l'ingrediente principale non può essere che l'amore.

LA DOMANDA DEL QUOCO

Qualcuno mi sa dire la differenza tra calentando e cocinando nel cuociriso? Perchè io mi sa che caliento ma non cucino.

*L*