24.10.06

Pero'

Ci devo fare l'abitudine.
L'idea che Marta se ne sia andata lascia un vuoto forte dentro di me.
C'e' sempre un punto interrogativo che completa la domanda: "E ora come faccio?". Esattamente quando ero sul tuk tuk quando la stavo andando a prendere all'aeroporto: "Oddio, e' arrivata.. E che le faccio fare?"
Bah, faro' come prima e come dopo, la vita scorre e se ne frega di te e di Marta, in fondo mi ha gia' dato nuove sfide e nuove sfighe..

I ricchioni che mi siedono di fronte con la loro canotta viola mi ricordano che la vita e' sempre piu' difficile di quanto la possa vedere io, e allora sorrido e rendo omaggio ad una ragazza che ha resistito alla Cambogia e a Luca in Cambogia.
Marta se l'e' cavata egregiamente e rimarra' nei cuori della gente che l'ha vissuta per quello che realmente e', l'amore puro dentro una inaccessibile corazza.

Mi offrono del mango acerbo intinto dentro ad una salsa di pesce, lo mangio e mi chiedo perche' io sia sempre cosi' coglione..

Ti voglio bene Marta,

*L*

23.10.06

Foto laotiene 2

Almeno questo..
Tra pochissimo si ritorna in magna pompa.

*L*

















13.10.06

All apologies

Vi dovrei parlare ancora del Laos, dell'ultima settimana a Phnom Penh e dei vari Bon Bon, Alain Delon e Alain Bon Bon.
Vi dovrei parlare di come il lavoro mi stia affossando ma allo stesso tempo rendendo piu' maturo, di come in questo fine settimana debba fare un action plan supportato da un business plan per il Silk Lab, mentre il mio unico plan era quello di godermi il terrazzo di quella nuova casa di cui proprio vi avrei voluto parlare.
Minchia, le cose qui si fanno grosse per me e tra poco rimarro' nuovamente solo. Scattera' l'eremitismo e lo studio, gia' lo vedo..

Dicembre e' davvero vicino, qualche giorno fa guardavo le stelle e mi domandavo quanto ancora mancasse a San Lorenzo..

Gnam,

*L*

2.10.06

Spiderman


Stasera quando ho riaperto la porta me lo sono ritrovato davanti.
Mi aspettava, spavaldo, col suo occhietto d'assassino. Sfacciatamente, era immobile sul muro bianco. Niente più nascondigli ora, è arrivata la resa dei conti.
Immobile, ha aspettato che io facessi la prima mossa.
Si ricordava di stamattina, quando mi era sfuggito con grande destrezza, l'avevo trovato lì in equilibrio sulla tenda mentre stendevo i panni fischiettando la Carrà. E' sgattaiolato dietro all'armadio, ho rovistato dappertutto ma di lui nessuna traccia: scomparso nel nulla, quel nulla da cui era venuto per minacciarmi.

Ma chi me l'aveva mandato? "Avrò fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè?" pensavo tra me e me. No, con Illy e Lavazza apposto, forse è la Kimbo.. Maledetto Baudo! E allora, uscendo di casa per andare ai templi, mi sono appellato a Santa Croce.

Accendo la luce grande e lo guardo, lo studio, gli vado vicino e ritorno indietro, lo fiuto, gli alito il mio rancore addosso, ancora più acre dopo una cena al ristorante cinese.
Mi tolgo la scarpa, poi anche l'altra, agito la sinistra in aria, un avvertimento. "Sei ancora in tempo per salvarti" gli dico, ma lui non mi ascolta e mi sfida. "Non hai le palle", replica, e mi aspetta.
Con tutta calma, prendo la macchinetta e gli faccio una foto. Quella che starà sulla sua tomba.



Preparo il colpo come un golfista esperto, calcolo il vento e l'inclinazione, sono già pronto per alzare la visiera verso il publico, mi aspettano applausi e fiori.

Impugno forte la scarpa, il cuore batte perché l'avversario è temibile, se s'incazza so' cazzi veri, è veloce e spietato, per questo vive nell'ombra e non ha amici.Scaglio il colpo con tutta forza. Il muro vibra, nella stanza ritorna l'eco della mia paura.


Lo liscio. Lascio un bello stampo sul muro.




Lui corre a tutta velocità verso di me, vuole vendetta. Potevamo essere amici ma io non ho voluto e allora la devo pagare. Spietato.Si avvicina sempre di più, le zampette macinano centimetri su centimentri e io devo prendere una decisione al più presto: sono scalzo e indifeso, indietreggio ma non è abbastanza, la schiena incontra il muro, freddo come la morte che mi sta per venire a prendere.Poi, l'istinto di sopravvivenza. Con un balzo lo salto e gli passo alle spalle, con viulenza inusitata scaglio un altro colpo, verso terra stavolta.

Lo liscio. Che pippa nera..

Stavolta sono fatto. Stavolta sono fatto.

Ribadisco la mazzata in tutta fretta.

Lo centro. Salvo!

Lui si racchiude su se stesso, lasciando come testamento una gelatina giallastra sulle mattonelle. Avevo proprio bisogno di un po' di gel per la mia chioma fluente..

Così finisce la storia. E vissero tutti felici e contenti.

*L*

1.10.06