17.9.06

Laoz (e lo saiz)

Gia' sai,
gia' so,
poi fa!

In Laos per una settimna, riatterro solo ora dopo una giornata di pensieri e piaceri davanti all'Angkor Wat, con Marta mummificata da una pizza avariata. Lunga e' la notte, lungo anche il giorno doppio che segue, si porta dietro quello appena passato ma allo stesso tempo esige di essere vissuto.
Mi sto specializzando ad essere pistolero, uso la pistoletta accanto alla tazza e mi apposto in attesa che la vittima prescelta passi nell'area di tiro. Sono fuori luogo e non riesco piu' ad essere nemmeno un viaggiatore normale. Il bagaglio che mi porto diventa sempre piu' pesante e di spazio per il nuovo ce n'e' davvero poco. Oggi cantavo Sentimento Pentimento con Marta che faceva il coro, mentre la catena grassa di questa bicicletta rinsecchita si toglieva ogni due secondi.. Le Madonne! Ma in fondo anche la Madonna pedalava..
Vientiane citta' deserta, no turismo esasperato, una vita che ha un senso, che riesce ad avere una ragione d'essere anche senza di me che vengo a buttare i soldi nel Mekong. Fiume maestoso, chapeau davanti a te che ne hai viste passare di cotte e di crude, senza mai poterti fermare a riflettere sul come e il perche', il giorno doppio che segue, si porta dietro quello appena passato ma allo stesso tempo esige di essere vissuto. Decisioni da prendere alla svelta: vita o morte? E soprattutto, perche' una anziche' l'altra? Onore a te, Mekong, che placidamente rappresenti, disarmante, il senso tortuoso della vita, si va ma non si sa mai bene dove, ne' cosa ci potrebbe succedere dietro alla prossima ansa.
Un pescatore pianta tante canne da pesca sottacqua, sraanno 30, una distanziata dall'altra di circa un metro. Si fa a occhio, sono le generazioni che rendono quel metro piu' preciso di uno reale. Il gamberetto infilato nell'amo deve fare il suo dovere, rendersi il piu' appetitoso possibile, sbattere le ciglia e attrarre l'attenzione di qualche mostro di mare di passaggio. Ogni cosa ci succede perche' ci pensiamo, un secondo prima stiamo immersi in mille altri pensieri ma poi la nostra attenzione cade su qualcos'altro, e la vita repentinamente cambia, non si torna indietro. E' solo quando si sente il sapore metallico dell'amo dietro a quello del gustoso gamberetto che si capisce di aver imboccatola strada sbagliata. Giusta al momento in cui si prende la decisione, e allora nessun rimpianto, si rimane impigliati col sorriso (quello di Joker).
E allora grazie ancora Mekong, sorridi amaro al calar del sole ma sorridi, come chi ha capito troppo e vede gli altri andare avanti ancora alla cieca.

*L*

12 comments:

Anonymous said...

senza troppi sforzi ermeneutici dobbiamo ricavarne che sei tu quello che ha capito troppo e si ammanta dell'amaro sorriso del mekong, giusto?
e allora si, noi povero Branco di ciechi che Brancolano nel buio, in coro chiediamo a te, o Luca, dacci la Luce..

Anonymous said...

Più preciso di un metro reale e quanto misura un metro reale? bò non esiste un metro reale...esiste un accordo tra uomini che dicono "ok facciamo che questa misura, distanza, la chiamiamo metro: va bene per tutti?" e se tutti sono d'accordo lo chiamano "metro"...luchino sii più preciso la prossima volta per favore

Anonymous said...

Oh amico caro, vedo che i 2 commenti si beffano del tuo scritto. Beh, come non darti contro, questo em lo hai insegnao tu. Anzi, me l'hai fatto subure tu, quindi: chi si fa il pearcing sulla lingua in pratica si fa un autogol? cosa hai provato quando quel ferrò entro dentro sotto il tuo labbro inferiore ormai 8 anni fa? Ti sei sntito forse un "boccalone" (che scerzo del menga!) Ma soprattuto, hai sbattuto le cilia aspettando un epsciolone??? ........ il direttore skinner c'pè stato nel mekong e guarda la riconoscenza del suo paese. Anche a te toccherà lo stesso destino. Vedi come ti ripagano e neanche sie tornato?? La roma ha perso 1 a 0 in casa con l'inter, bella partita.. e intanto io mi intrattengo con frengo e frenzies... Virus aiz... il suono di Roma.. e lo saiz.

Luca said...

Nessuno si burla di me Bananito,
e' solo un piacevole tentativo di elevare una discussione attraverso una sottile provocazione.
Magari questo blog diventasse un circolo cuturale, dove idee si incontrano e si scontrano, ma per lo meno esistono..
Premesso che chi ci da' la luce e' solo il duce e che il mio blog e' nato per salvarmi da me stesso (e continua ad avere questa natura), accetto con piacere, visto il mezzo, di essere letto e commentato da anonymous vari, messo a nudo e sbeffeggiato da chiunque. Se volevo tenere le mie cose in segreto vi telefonaveno o ve scriveveno una cartolivena.

Il bue!

Caro Anonymous,
quanto e' lungo per te un metro? Potrebbe essere esattamente quello comunemente accettato come tale (la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/299.792.458 di secondo, fonte Wikipedia), quello che viene conservato gelosamente in una teca di cristallo a Parigi(a prova di Lupin!). Anzi e' proprio quello, punto e basta.
Ma tu pensi di essere in grado di trovare la sua esatta misura in qualsiasi situazione ti troverai di vivere nella tua vita?

Da piccolo contavo i metri coi passi, lo faccio anche ora ma il mio passo e' diverso ed il mio metro rimane sempre quello. Sono sicuro che lo faro' anche quando saro' vecchio e sono certo che il mio metro rimarra' sempre tale.

Da piccolo misuravo le dimensioni del mio pene (ed io non stavo bene, soffrivo le pene) con le dita, lo faccio anche ora ma le mie dita si sono allungate (ed il resto?!) ed il mio metro rimane (ahime') sempre quello. Sono sicuro che lo faro' anche quando saro' vecchio e sono certo che il mio metro rimarra' sempre tale (secondo me cala..).

Piu' in generale, quanto e' lontano il raggiungimento della saggezza, dei propri obiettivi, il completamento della vita?
Da piccolo lo misuravo coi sogni.. Era li', lo vedevo chiaro.
Era proprio il mio metro.
Lo faccio anche ora, misuro sempre i sogni attraverso il mio metro e quelli sono sempre li', li vedo chiari. I sogni pero' sono diversi e sono felice che quelli che avevo da bambino non siano mai stati raggiunti ma si siano modificati in quelli che ho ora.
Sempre questo fottutissimo metro di distanza, quello che ci tiene in vita. Non trovi?
Copia e incolla questa filastrocca per quando saro' anziano perche' non mi va piu' di scrivere, comunque credo che tu abbia capito.

Ti prego di continuare a seguire il mio blog e di renderlo piu' interessante come hai appena fatto, ma per favore stai ad un mio metro da me che questa e' roba mia. Ora, hai capito bene quanto mi devi stare lontano?

*

Anonymous said...

Meko(n)g-lioni!!! (Scusatemi veramente, ma l’attrazione per l’insulso e lo stupido a volte vince).

Che risposta, pensata e supportata da commenti tecnici! Bella la storia dei metri dei sogni del pene e delle dita ma non ho capito un passaggio (la solita ottusa pseudo-scientifica mentalità da “farang”, ma sarai comprensivo vero?): i sogni erano il tuo metro o misuri i sogni col tuo metro (che a questo punto ci domandiamo tutti quale sia)?

Per quanto mi riguarda (e scusa se occupo il tuo spazio per parlare di me) il metro lo sto ancora cercando perché se usassi i miei sogni sarebbe tutto desolatamente troppo piccolo.

Per concludere, ti ringrazio del “Ti prego di continuare a seguire il mio blog e di renderlo piu' interessante come hai appena fatto” e se il tuo metro reale è quello condiviso dalla comunità scientifica magari potessi stare adesso ad un tuo metro da te.

Lampeggiando

Anonymous said...

"Trasumanar non si porria per verba" diceva Dante...
Chi pesa le parole col bilancino di precisione, riferendosi all'unità di misura del peso conservata nella teca d'oro su Marte, si impiglia nella forma e perde di vista il contenuto.
Il cavillare, il voler mascherare dietro una presunta elaborata riflessione quella che è solo una provocazione che puzza di frustrazione (e scusate la paronomasia!)mi sembra lontana più di un metro (misurato come volete!)dai germogli non marci del pensiero.

Odisseo (come ci si difende bene dietro l'anonimato!)

PS:Per la questione del metro...la teoria della relatività no eh?!?!

Anonymous said...

Caro Odisseo (nel senso di Nessuno?), ma che belle parole! da professore o da professoressa… E chi sel’aspettava un tale polverone? Non di certo io che semplicemente provavo a stuzzicare il mio amico lontano e da lui venivo capito alla perfezione, nonostante le sue prime incertezze sulla mia identità (“e' solo un piacevole tentativo di elevare una discussione attraverso una sottile provocazione”). Poi continuavo con lo scherzo mettendoci però anche un po’ di me e concludevo con l’augurio di riabbracciare Luca. Mi firmavo pure, confidando nella sua perspicacia. Di puzza , di germogli marci (?), di frustrazione, neanche l’ombra, spero.
Infine arrivavi tu e con soave manierismo mi mettevi a tacere, finalmente! Che capacità di linguaggio, che citazioni! Non sapevo fosse stato indetto un certamen della lingua italiana su questo blog, tantomeno che Luchino avesse amici tra i membri dell’Accademia della Crusca. Ma lo conosciamo tutti il Nostro, e sappiamo di che sorprese è capace!

E così ora caro Nessuno (nel senso di Odisseo?) dovresti ringraziarmi, per aver creato tutto ciò, per aver dato la possibilità al tuo estro di esprimerti, fornendoti la scintilla che ha acceso la tua rovente passione.
Ti prego però, anche se non riuscissi più a provocare reazioni del genere, di continuare a scrivere in questa maniera, che la forma, almeno, era bellissima.

E forse un giorno ti perdonerò la paronomasia.

Abbagliando

Anonymous said...

E infatti ti ringrazio, o forse dovrei ringraziare Luca perché in fondo è lui all'origine dell'opportunità.
Ti ringrazio per avermi ricordato che se non si scava si rischia spesso di cadere nell'errore di tacciare gli altri di quelle che in realtà sono le proprie colpe. E così, come fa uno specchio mi hai mostrato quelle che sono le mie frustrazioni: il sogno di un'Accademia della Crusca e una realtà con crusca solo nel latte a colazione.
E comunque ti ringrazio per aver sciolto l'enigma sulla tua identità, poiché quella in realtà era stata la vera causa del mio impeto.
Forse deludentemente arrendevole O.

Anonymous said...

Una querelle che ha dell'entuasiasmante e dell' intrigante soprattutto per chi, come me, ha l'onore di sapere chi scrive e chi risponde.......solo Voi potevate essere all'altezza di tanto erudismo e citazioni.....una querelle che va avanti da lungo tempo!!!!! Non sono proprio in grado di interpormi tra voi ma continuate........

Anonymous said...

Frenzis??!?!? si stanno fumando le seppie??!?! si sono appicciati un cannone di paranza??? Frenzis?! Ma la buatta de Marmelled??? E' finita? Si raschia il fondo?? Mahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh.
E, Stop!

Simpaty ti saluta Frenzis.

valerio said...

e dire che pensavo a Ghilardi e riteevo un abile giocoliere di trisillabe e anocoluti. e invece mi trovo a rimbalzare tra insoliti e sconosciuti anonimi che si tirano sassate esclamative :)

io di Branco...conosco quello delle stelle...

la storia del metro in teca è invece un po' più stimolante. se nessuno sapesse che la teca esistesse, quanto sarebbero lunghi i nostri metri? e davvero ne avremmo uno uguale per tutti ?

ormai ho capito, il Visconte di cambogia ha capito tutto, quel cambogiano di Visco invece non hai mai capito un cazzo.

e viva l'anonimato,
Valerio :)

Luca said...

Uno e trino,
l'anemico Anonimo s nasconde dietro ad un dito, forse il medio.
La tua tripla indentita' mi riporta indietro a Petrolini (Bravo! Grazie!), alla pacca sulla spalla sinistra data dalla mano destra, alla finta pomiciata solitaria in mezzo alla pista alla festa delle medie (ma avevi tre bicchieri?).
Credo che il divano sia troppo comodo per te, forse le piaghe da decubito si stanno rettamente impossessando del tuo retto e finisci per vivere in un mondo alla John Lennon, che tutto profetizzava dal suo letto. Ma tu chi sceglieresti, tra Yoko Ono che vive in un loft a NY e Pakoto Makoto che da' culate su pezzi di vetro, frustato dal generale Putzertoffen? Forse cosi' guariresti il tuo anoso problema, non trovi?
Domani c'e' la Ventura in tv, me la registri per favore?

*